martedì 3 agosto 2010

Il futuro dell'Arma è già qui... anzi lo era già 20 anni fa!


La notizia di oggi è un po' vecchiotta, precisamente di giugno 2009, ma è pur sempre interessante ricordarla, visto che è passata in sordina. Il 21 giugno 2009 un'articolo del Corriere della Sera riportava la notizia che il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, con proprio decreto, decideva di modificare la denominazione di Regione in Legione e tornare precisamente alla situazione che c'era fino al 03 novembre 1992...... poco male, se non fosse per il fatto che questo giochetto sia costato ai contribuenti la modica cifra di 5 milioni di Euro (7 secono alcune fonti), e cioè le spese necessarie per modificare tutte le intestazioni attribuite ai Comandi Regione. Era proprio necessario questo ritorno a 20 anni fa? Secondo alcuni si tratta di una delle piccole manovre messe in atto per preservare l'autonomia dei Carabinieri in vista di una eventuale futura unificazione delle forze di polizia; resta però l'amaro in bocca per il fatto che una persona (sebbene sia un'autorità dello Stato italiano), autonomamente, con una decisione incomprensibile per noi comuni mortali, ed in controtendenza con il mondo intero (che continua a guardare al futuro) possa gravare sul bilancio già misero delle forze di polizia italiane. Speriamo solo che qualcuno si accorga presto di ciò e che questo Governo e quelli futuri spingano nella direzione di un'unificazione delle forze dell'ordine in modo tale da ottimizzare le risorse umane e materiali e poterle impiegare nei loro compiti istituzionali evitando inutili doppioni e sovrapposizioni di competenze.
Leggi tutto...

domenica 1 agosto 2010

Le sedi all'estero, uno spreco tutto italiano.


Un dossier del Corriere della sera ci svela un'altra delle tante spese pazze, ovviamente a carico di noi contribuenti, delle amministrazioni locali. Le Sedi all'estero, un fenomeno tutto italiano. Con 61 sedi sparse in 31 Paesi, di cui ben dieci solo in Cina, è il Veneto a guidare la classifica delle “spese pazze” che le Regioni fanno per la diplomazia. Lo riferisce il Corriere della Sera in edicola oggi che, in un dossier del Tesoro, ha scoperto che sono 178 gli uffici aperti un po’ in tutto il globo, dalla Bulgaria a Portorico passando per il Vietnam, dagli enti locali regionali.


“Le Regioni italiane hanno all`estero qualcosa come 157 uffici, ai quali si devono aggiungere i 21 di Bruxelles” spiega il quotidiano milanese, sottolineando che nessun governatore vuole inoltre rinunciare ad “un`antenna nel quartier generale dell`Unione europea”.

“Che senso ha per una Regione come il Molise con 320 mila abitanti mantenere un ufficio a Bruxelles, peraltro pagato un milione 600mila euro, oltre ai due di Roma?” si domanda Sergio Rizzo nell’articolo, raccontando che la Lombardia ha 29 uffici sparsi dalla Moldova al Perù, e “quattro in Russia (esattamente come la Regione Veneto)”. “Il Piemonte presidia 23 Paesi esteri con la bellezza di 33 basi” prosegue il Corriere, tra cui “due in Corea del Sud, altrettanti in Costa Rica (perché il Costa Rica?), altri due in Lettonia (perché la Lettonia?)”.


A New York “gli uomini dell`ex governatore Salvatore Totò Cuffaro si ritrovarono in ottima compagnia, quella dei dipendenti della Regione Campania, allora governata da Antonio Bassolino, che aveva preso in affitto un appartamento giusto sopra il negozio del celebre sarto napoletano Ciro Paone. Costo: un milione 140 mila euro l`anno”. “A quale scopo - continua il quotidiano - se lo chiese nell`autunno del 2005 Sandra Lonardo Mastella, in quel momento presidente del Consiglio regionale, visitando una struttura il cui responsabile, parole della signora, ‘viene solo alcuni giorni ogni mese’. Struttura per la quale venivano pagati tre addetti il cui compito consisteva nell`organizzare, per promuovere l`immagine regionale, eventi ai quali non soltanto non partecipava ‘alcun esponente americano’, ma nessuno ‘che parlasse inglese’. Il Corsera prosegue con gli esempi, rivelando, ad esempio, che in Cina ci sono “ben sette enti locali italiani” (Marche e Piemonte qui hanno quattro sedi ciascuna), mentre “la Valle D`Aosta, che non sazia della sede di Bruxelles, ne ha pure una in Francia”.


“Quello che non dice, il dossier del Tesoro, è quanto paghiamo per tale gigantesca e incomprensibile Farnesina in salsa regionale” denuncia l’articolo, concludendo che “il sospetto, diciamolo chiaramente, è che nella maggior parte dei casi l`utilità di tutte queste feluche di periferia sia perlomeno discutibile”..
fonte:http://qn.quotidiano.net/politica/2010/06/23/348976-regioni_spese_pazze_testa_veneto_sedi_sparse.shtml

Leggi tutto...

sabato 31 luglio 2010

I costi occulti legati ai privilegi della casta.


In questo articolo proveremo ad analizzare i costi più o meno occulti della politica italiana, o meglio, elencheremo una serie di voci con relative spese annue Partiamo dall'inizio.
Le auto blu; prendiamo per buone le dichiarazioni di Brunetta, 4 miliardi di Euro (anche se è ampiamente dimostrato che le spese sono molto superiori)
Costi per i ristoranti : 10 milioni di Euro
23 milioni di euro per stipendi, oneri previdenziali e spese accessorie di primo ministro, sottosegretari, segreterie dei ministri;
180 milioni di euro per i costi fissi del resto del personale amministrativo
(fonte: Il Fatto Quotidiano)
-costi servizi fotografici 307mila euro l'anno (come le showgirl)
-costi per noleggio fotocopiatrici 658mila euro
-costi per agende e agendine 400mila euro
-costi per cartoncini, carte e buste personalizzate 292 mila euro
-costi per i corsi di lingue 300 mila euro

Inoltre contribuiscono a svuotare le tasche di Pantalone altre spese legate ai privilegi dei deputati:

Spese di trasporto e spese di viaggio
I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.
Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.
Spese telefoniche
I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.
Assistenza sanitaria
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.
Assegno di fine mandato
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).
Fonti: (http://genio.virgilio.it/questions/Quali_costi_della_casta_politici_5041558618429/)
http://legxv.camera.it/deputatism/4385/documentotesto.asp

A questo indirizzo è possibile trovare i dati relativi ai Senatori, che non si discostano molto da quelli dei Deputati.

Confrontandoci con altri paesi europei simili all'italia scopriamo che da noi ci sono molti più parlamentari che all'estero. In italia c'è 1 parlamentare ogni 60mila abitanti. In Francia 1 ogni 66mila. In Germania 1 ogni 150mila abitanti. In Gran Bretagna 1 ogni 92mila ed inoltre i parlamentari italiani guadangna il doppio dei tedeschi e degli inglesi, il quadruplo degli spagnoli. Insomma comunque cerchiamo di vedere la cosa le soluzioni per una riduzione drastica dei costi della politica sono molteplici e sotto gli occhi di tutti, ma è chiarissima l'intenzione della casta di fare in modo che tutto ciò resti immutato, continuando a spremere come limoni i poveri cittadini che hanno l'unica colpa di pagare le tasse direttamente alla fonte e senza nessuna possibilità di evaderle.

Leggi tutto...

venerdì 30 luglio 2010

Auto blu, la grande bufala


ROMA - In tutta Italia le cosiddette «auto blu» sono 90 mila e per mantenerle si spendono 4 miliardi di euro all’anno. È stato il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, a rendere note le cifre aggiornate al 2010. «Penso che si possa spendere la metà facendo le stesse cose», ha commentato Brunetta. Le auto dei politici costano 150 mila l’una: sono 18-20 mila e hanno almeno due autisti. «È una cifra enorme, con 4 miliardi si rinnova un contratto del pubblico impiego», ha chiarito il ministro.
Lo scandalo di per se però non è questo, la verità è che le auto blu citate da Brunetta sono solo una piccola parte di quelle effettivamente in circolazione (la maggior parte degli Enti interpellati non ha ancora risposto in merito) e costano molto più di 4 miliardi; la gente spesso si indigna nel vedere pattuglie di Carabinieri o Polizia a bordo di catorci pieni di ammaccature per i quali spesso non hanno neanche i soldi per la manutenzione ordinaria e per la benzina, ma molto di rado si indigna e chiede spiegazioni per le numerosissime auto di lusso destinate ai politici centrali e locali.

Basta guardare un qualsiasi TG per rendersi conto della veridicità di quanto finora affermato; avete mai visto scendere un Ministro o un semplice Deputato o Senatore da una piccola utilitaria piena di ammaccature e scolorita dagli anni? Credo che la risposta sia unanime : NOOOOO!!! E proprio qui sta uno dei principali problemi che proveremo ad analizzare punto per punto.
Partiamo dall'inizio :

1. Il costo d'acquisto - E' proprio necessario dotare il parco auto nazionale di berline straniere extralusso con motorizzazioni abnormi? Una buona auto di rappresentanza italiana (prenderemo ad esempio una Alfa-Romeo 159 don motore JTD) costa al pubblico circa 20/23 mila euro ed è dotata di tutti i confort necessari oltre che di una motorizzazione sufficiente per spingerla a velocità notevoli e comunque molto superiori a quelle consentite dal C.d.S. ; adesso vediamo quanto costa una fiammante Audi A6, visto che è quella che ultimamente va più di moda. La cara tedesca costa in media 40/42 mila euro, quindi circa il doppio della AR 159. (-50 % costi d'acquisto) Allo stesso tempo si chiede però alle forze di Polizia di dotarsi di auto di piccola cilindrata e con ridotte emissioni e consumi. Forse non tutti sanno, ad esempio, che le forze di POLIZIA, che dopo laboriose e complicate indagini riescano a confiscare alla criminalità delle autovetture, spesso non sono autorizzate dai propri Ministeri ad utilizzarle se superiori a 2000 cc a causa dei costi di gestione e manutenzione elevati. (per i politici si può, per la sicurezza no!)
2. Il costo di gestione e manutenzione ordinaria - Una berlina Italiana con motore 1.9 jtd ha consumi che si aggirano intorno ai 15 km/l contro i 4 o 5 km/l di una tedesca con motore a benzina di 3000cc ed inoltre i costi per la manutenzione ordinaria sono decisamente ridotti rispetto ad un'auto di fabbricazione ialiana. (- 40 % costi di gestione e manutenzione)
3. Il costo delle assicurazioni - Un'autovettura con motore 1.9 jtd ha un costo per l'assicurazione RCA inferiore in media del 20/30% rispetta ad una con motore a benzina di cilindrata pari o superiore a 3000cc. (- 20 % costi di assicurazione)

C'è poi un altro punto fondamentale da analizzare, il "fattore ecologico". In un'epoca in cui non si fa altro che parlare di ecologia e fonti energetiche alternative lo Stato cosa fa? Compra miglialia di autovetture, quasi esclusivamente alimentare a benzina, e con consumi che fanno rabbrividire. E' pur vero che sarebbe pericoloso usare auto alimentate a GPL o metano per scarrozzare la varie autorità, ma non mi pare che ci sia nessuna intenzione di abbandonare neanche la benzina a favore dei ridotti consumi del Diesel.
A me fa rabbia pensare che un Ministro della Repubblica viaggi, anche a mie spese, a bordo di un'auto straniera con un motore a benzina che può arrivare anche a 5000 di cilindrata.
Se calcoliamo i costi quasi quasi converrebbe mandarli in TAXI.

Infine, e non per questo meno importante, il fattore "Made in Italy". Si parla tanto di promuovere il made in italy e di aiutare le aziende in difficoltà e poi non si fa altro che comprare prodotti stranieri; va bene la globalizzazione ma in qualche modo bisogna anche preservare e promuovere i prodotti nazionali.
Avete mai notato che ai vari vertici politici in giro per il mondo, puntualmente, i leader di turno arrivano a bordo di autovetture prodotte nel paese ove si tiene il summit? Provate a trovare un filmato di un qualunque avvenimento politico svoltosi in Francia o in Germania (solo per fare qualche esempio) dove si vedano i politici arrivare a bordo di auto straniere....non ci riuscirete !! Noterete solo auto francesi nel primo caso e tedesche nel secondo; questo si che è patriottismo !

Le medicine ci sono, è solo che mancano i medici!!!!



Leggi tutto...